Numerose sono infatti le imprese chiuse per “asfissia finanziaria” più che per problemi economici.
Le aziende che non hanno una funzione “finance” strutturata dovrebbero individuare un professionista specializzato in grado di accompagnarle.
Vale la pena ricordare che un lo specialista in finanza e controllo è figura ben diversa dal commercialista, proviene per lo più da pluriennale attività aziendale, ha competenze diverse e complementari a quelle del commercialista.
L’attività di pianificazione e controllo dovrebbe prevedere:
- l’elaborazione di un piano triennale;
- l’elaborazione e la gestione della struttura di indebitamento ottimale;
- il budget annuale economico e finanziario;
- l’analisi degli scostamenti economici e finanziari;
- il controllo e la gestione del rating;
- il controllo della centrale rischi interbancaria;
- analisi condizioni bancarie applicate, gestione dei rapporti bancari;
- la gestione del reporting verso gli stakeholders (proprietà e banche);
- la gestione dei rischi (credito, tasso, cambio).
Consigliabile per l’azienda affiancare al consulente una risorsa da formare al meno per i controlli base e ricorrenti.
L’implementazione di un sistema efficiente di controllo e reporting incrementa gli strumenti di navigazione a disposizione della Direzione:
- le decisioni prese stanno portando i risultati attesi ?
- stiamo rispettando i tempi stabiliti ?
- posso permettermi di fare quell’investimento ?
- come posso reperire il capitale ? ecc.
In conclusione riteniamo oggi auspicabile che i vari consulenti (avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, notai) che collaborano con le aziende si adoperino per far comprendere ai loro clienti la necessità di dotarsi di strumenti adeguati per poter preservare e sviluppare le proprie attività.